Quante volte sentiamo dire da un collega (o lo abbiamo detto proprio noi) “purtroppo quest’argomento non l’ho spiegato ancora perché STO INDIETRO con il programma”?
“Sto indietro”.
A me questa cosa di seguire in modo rigido una scaletta, come fosse il copione di un (brutto!) film che viene trasmesso ogni anno, proprio non va.
“Sto indietro”. Ma rispetto a chi? rispetto a cosa?
L’insegnamento non è certo una gara per premiare il prof che PER PRIMO completa l’INDICE DEL LIBRO DI TESTO. Perché è a questo che poi si riducono le nostre lezioni: FINIRE IL LIBRO. Come l’apprendimento non è una competizione tra alunni: “Tizio è più bravo di Caio perché subito mi ha saputo ripetere l’argomento appena spiegato!”.
Sì, Tizio sarà anche bravo. D’accordo, Tizio è bravo! Ma io professore anziché chiedere (magari anche davanti a tutta la classe): “Caio che problema hai? Eri distratto? Eri distratto! Non hai capito…eppure l’argomento è semplice etc etc” a volte dimentico di chiedermi: “che difficoltà, quali problemi può avere Caio? Starà bene a casa, in classe, con gli amici…In che modo posso aiutarlo? Quali strategie posso mettere in atto affinché raggiunga gli stessi traguardi di Tizio?”. (Che, attenzione, non significa che Caio deve essere come Tizio!!)
professore devo parlare con Caio per capire il suo mondo, cercando di entrarvi in punta di piedi, magari anche rimanendo sulla soglia. Ma sono io adulto che mi devo mettere in discussione perché Caio è un adolescente e magari alle domande che gli faccio (che possono metterlo pure in imbarazzo) non saprebbe nemmeno darmi una risposta perché non sa manco lui cosa sta passando, cosa sta vivendo, quale sia il turbinio di emozioni, paure, gioie ed ansia che prova seduto tra i banchi di scuola.
L’insegnamento deve tenere conto dei ritmi e degli stili di apprendimento di ciascuno studente. CIASCUNO! Questo significa che NESSUNO deve essere lasciato indietro. Tutti devono raggiungere lo stesso obiettivo e questo non implica affatto detto che bisogna riuscirci allo stesso modo e negli stessi tempi degli altri.
Tutto questo per dirvi cosa? 😅 che la storia di questa area geografica così ricca di conflitti e tensioni sociali, tanto da essere definita la “polveriera” d’Europa, spesso non viene trattata né in storia né in geografia perché “bisogna andare avanti con il programma…”.
C’è da dire pure che il tempo è tiranno e che spesso non si hanno così tante ore a disposizione da dedicare a tutti gli argomenti che vorremmo spiegare in classe.
Ecco allora che ho pensato di realizzare delle infografiche diverse dal solito perché l’argomento è di per sé un po’ pesantuccio e un po’ di colore potrebbe ravvivare gli animi!
Vediamole insieme:
Prima slide
In questa prima slide ho scelto di inserire una carta muta e posizionare su ogni Stato la relativa bandiera sia per sviluppare la memoria visiva degli studenti sia per aiutarli ad orientarsi su una carta geografica non convenzionale. Non ci sono i colori a cui loro sono abituati (il blu per il mare, il marrone per le montagne etc…) ma solo i confini di ogni Paese: questo li obbligherà a concentrare le loro energie sulla sagoma dello Stato e non su altri particolari.
Per sviluppare questa competenza, mi piacerebbe avviare la lezione in modo ludico: ad ogni alunno sarà chiesto di focalizzare l’attenzione sui colori e sui simboli di una sola bandiera a sua scelta e di prestare attenzione al profilo dello Stato su cui si trova.
Saranno sufficienti 10 minuti al massimo ma potrebbe essere un buon modo per iniziare la lezione con un sorriso e con la giusta dose di competitività: ci sarà sempre chi vorrà primeggiare in questo geomemory!
Con la seconda slide entriamo nel vivo della lezione, senza perdere lo spirito giocoso (ricorda: il gioco è una cosa seria!) 😎
Sono riportati i nomi dei Paesi dell’area balcanica ed è a questo punto che ogni studente scoprirà l’identità dello Stato che ha scelto! 🤩
I ragazzi noteranno senz’altro anche i numeri messi in disordine. Attenzione: si tratta di un disordine apparente! I numeri indicano semplicemente l’ordine degli Stati in base alla loro estensione: dal più grande (Serbia) al più piccolo (Kosovo).
🤐 Non spoilerate subito questa info: con un brainstorming fate avanzare loro delle proposte sul perché siano stati inserite e cosa possano significare. Abbiate fede: prima o poi qualcuno capirà! 😉
Terza slide
In questa terza slide ho inserito una rosa dei venti un po’ particolare e ci serviremo di questa e delle etichette poste ai lati per spiegare i confini entro cui è circoscritta la regione dei Balcani (a ovest il Mar Adriatico, a nord le Alpi austriache, ad est l’Europa centro orientarle e a sud la Grecia).
Questo sarà utile per capire non solo in quale parte dell’Europa si trovino i Balcani ma quanto la geografia di questi luoghi abbia influito sul corso delle vicende storico-politico del Novecento, a livello sia europeo sia mondiale. Se già si è studiata la prima guerra mondiale, è importante ricordare quanto la vicinanza dell’Austria alla Serbia sia stata la goccia che fece traboccare il vaso (l’attentato a Francesco Ferdinando I, erede al trono d’Austria, da parte di un giovane studente serbo di matrice nazionalista). Se, invece, l’argomento non è stato ancora trattato…solo per questa volta è concesso fare spoiler 😜
Passiamo alla quarta slide:
Prima facciamo notare agli alunni la scritta EX JUGOSLAVIA, poi chiediamo se notano qualcosa di diverso sulla carta e se abbiano mai sentito questa espressione. Indipendentemente dalle risposte che verranno date circa l’ultima domanda (non dobbiamo meravigliarci se la maggior parte dirà di no: sono nati dopo il 2000, quando gli Stati Balcani si presentano così come sono oggi) , tutti noteranno una bella X rossa sopra l’Albania e se qualcuno chiederà come mai (magari proprio il più pigro della classe) possiamo ritenerci (quasi) soddisfatti: significa che abbiamo catturato la loro attenzione e stimolato la loro curiosità!
A questo punto, diamo il via alle danze con una mini lezione sulla storia dei Balcani che ruoti intorno a queste date 🔑:
1945 (fine della seconda guerra mondiale, 1939-1945)
1947-1991 ➡️ guerra fredda : le popolazioni jugoslave misero da parte le rivendicazioni nazionaliste ed indipendentiste perché non avevano la forza e i mezzi per contrastare, da un lato, gli USA, dall’altro l’URSS.
1990 ➡️ crollo dell’URSS
1991 ➡️ inizio delle sanguinose lotte civili per l’autonomia politica bei vari paesi della jugoslavia
1995 ➡️ accordo di Dayton che sancisce la fine dello Stato Jugoslavo
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NB: su Instagram trovi una lezione dedicata alla storia dei Balcani nelle storie in evidenza 😉
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